di Marco Mascioli
In verità la Barcolana è solamente la massima espressione delle competizioni in mare essendo la più numerosa d’Europa, ma ci sono tante altre manifestazioni con migliaia di velisti e appassionati di ogni età che partecipano.
Da quest’anno ci sarà una novità, grazie a Percorso Sicurezza con l’AD Paolo Grossa, ci saranno le due imbarcazioni Anywave e Anywave Junior dell’armatore Alberto Leghissa con il DAE (defibrillatore semiautomatico esterno) chiaramente indicato da un adesivo sul fianco delle imbarcazioni e da una bandiera in cima all’albero. In effetti è stato più volte dimostrato che i problemi cardiaci possono colpire chiunque e in ogni situazione, compresi gli atleti e gli “ex giovani” che parteciperanno alla 56^ Barcolana il 13 ottobre prossimo, ricordando che le imbarcazioni solitamente sono quasi duemila, con equipaggi più o meno numerosi.
Ci saranno sicuramente i mezzi di soccorso dotati di tutti gli ausili utili compresi i DAE, ma tra i concorrenti saranno le uniche due imbarcazioni dotate di questo strumento, che potrebbe essere utilizzato in caso di bisogno, anche per tutti gli altri equipaggi.
Un DAE è una macchina di piccole dimensioni che contiene al suo interno due piastre adesive in grado di rilevare le alterazioni dell’attività elettrica del cuore ed erogare una scarica elettrica quando necessario. È composto da un corpo centrale, il cervello dell’apparato, in grado di analizzare i dati trasmessi dalle piastre e fornire indicazioni vocali all’utente che lo sta utilizzando in merito alle procedure da mettere in atto. Quando il DAE, dopo esser stato applicato alla vittima in arresto cardiaco, riconosce una fibrillazione ventricolare, eroga una scarica elettrica che resetta il muscolo cardiaco e ne interrompe l’aritmia.
Chiunque può utilizzarlo seguendo le infografiche e le istruzioni impartite dall’apparato stesso. Bisogna accendere il dispositivo; collegare i cavi delle piastre al defibrillatore; attaccare le piastre adesive sul torace del paziente; consentire l’analisi del ritmo; premere il pulsante shock se e quando espressamente suggerito dalla macchina.
Percorso Sicurezza ha provveduto a far seguire il corso per l’utilizzo del DAE a tutto l’equipaggio delle due imbarcazioni, cui è stato rilasciato il certificato. Così hanno appreso che sulla vittima occorre intervenire il prima possibile, in quanto bisogna considerare che un arresto cardiaco, non prontamente trattato, comporta, entro 10 minuti, danni cerebrali irreversibili.
Bisogna ammettere che il DAE è un apparato davvero fantastico, in un paziente in arresto cardiaco, non necessariamente deve essere erogata la scarica dal defibrillatore. Quando è presente una fibrillazione ventricolare il DAE decide di erogare la scarica. In termini di affidabilità i DAE hanno raggiunto un grado assai elevato di precisione permettendone l’utilizzo anche a operatori non sanitari e con poca esperienza.
In Italia le malattie cardiovascolari sono la causa di oltre il 41% dei decessi mentre le morti cardiache improvvise, in cui il decesso avviene entro un’ora dall’insorgenza dei sintomi, colpiscono ogni anno tra i 45.000 e i 60.000 italiani.
I fattori che incidono positivamente sulle probabilità di sopravvivenza delle vittime sono strettamente dipendenti dalla precocità dell’intervento. Un inizio tempestivo delle manovre di rianimazione è una condizione necessaria per salvare la vita di una persona.
L’opportunità di avere a bordo delle imbarcazioni questo sistema salvavita è un’idea fantastica, soprattutto in occasione di manifestazioni e competizioni numerose e da quest’anno, grazie all’attiva collaborazione tra Percorso Sicurezza, da poco divenuta Società Benefit e le imbarcazioni Anywave e Anywave Junior dell’armatore Alberto Leghissa, tutti avranno più tranquillità, sempre nella speranza di non dover intervenire mai.