“Arsa, la tragedia della miniera”, è il titolo dell’incontro che si terrà mercoledì 3 febbraio alle 18.00 nella Sala Tessitori del Consiglio regionale in piazza Oberdan 5 a Trieste.
E’ una iniziativa collaterale alla mostra allestita negli spazi espositivi del Consiglio.
Con interventi di Francesco Fait, Luciano Santin e Isabella Flego verrà ricordato il tragico scoppio del 28 febbraio 1940 nel pozzo Littorio del bacino carbonifero dell’Arsa. Si tratta del più grave incidente mai registrato nella storia dell’estrazione mineraria in Italia, nel quale morirono 186 lavoratori, molti di più che a Marcinelle. Uno di loro, il triestino Arrigo Grassi, scese nel pozzo senza respiratore, riuscì a portare in salvo dieci uomini, e perse la vita cercando di salvare l’ultimo componente della sua squadra. Fu, per questo, insignito di medaglia d’oro alla memoria. Oggi è totalmente dimenticato, come tutti i caduti dell’Arsa: non una via, nè una lapide o un premio di studio a ricordarne il nome.
LA MOSTRA
“Una mostra che apre un percorso”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, insieme ai vicepresidenti Paride Cargnelutti e Igor Gabrovec e all’assessore alla cultura Gianni Torrenti, ha inaugurato la mostra fotografica “Arsia-Rasa, città mineraria-rudarski grad, 4.11.1937” dedicata alla nascita 80 anni fa della città mineraria di Arsia, la più recente delle nuove fondazioni in Istria e coetanea di molti insediamenti urbani
realizzati nel territorio italiano durante il ventennio e che appartengono a una stagione di bonifiche e sviluppo industriale.
La mostra sarà allestita anche ad Albona, centro istriano non lontano da Arsia, ed è stata promossa – ha evidenziato Iacop – nel quadro di una più vasta collaborazione tra il Friuli Venezia Giulia e la Regione Istriana.
Coetanea di Torviscosa che all’epoca faceva parte del Comune di San Giorgio di Nogaro, Arsia fu progettata dall’architetto triestino Gustavo Pulitzer Finali per l’imprenditore Guido Segre. Due protagonisti i cui nomi sono legati anche nella storia di un’altra fondazione, la città mineraria di Carbonia, in Sardegna.
Oggi, all’inaugurazione nei passi perduti del Consiglio regionale erano presenti le loro figlie, Etta Carignani, figlia di Segre, e Natascia Pulitzer, e i loro ricordi si sono intrecciati con la soddisfazione per questa iniziativa espressa dal sindaco di Arsia, Glorija Paliska Bolterstein e dell’assessore alla cooperazione internazionale e integrazione europea della Regione istriana Patrizia Bosich.
Un’iniziativa nata nell’aleveo di una collaborazione progettuale che il Comune di San Giorgio di Nogaro
ha avviato con la comunità di Arsia, ha ha ricordato a sua volta il sindaco Pietro Del Frate sottolineando anche l’importante lavoro di ricerca e approfondimento fatto dall’Associazione “Ad Undecimum” di San Giorgio, in particolare da Tullio Vorano e Lodovico Rustico.
“Buona fortuna” – ha esordito il sindaco di Arsia, ricordando le parole che i minatori pronunciavano scendendo in
miniera e ringraziando Iacop e la Regione per l’attenzione rivolta alla città e anche alla tragedia che la colpì nel 1940, quando in seguito a uno scoppio nella miniera persero la vita centinaia di minatori, fra i quali molti erano friulani.
Oggi qui viene scritta una pagina di storia che cammina lungo la strada della cultura – ha detto Etta Carignani sottolineando anche che “questa è la prima volta che mio padre viene ricordato ufficialmente a Trieste”.
La collaborazione di Segre con Pulitzer anche nei ricordi della figlia del grande architetto, di cui continua la professione; una lettura – la sua – della città, del suo impianto urbanistico e architettonico tuttora attuale perchè
– ha detto – progettata secondo un impegno etico e un’idea di sviluppo sostenibile; una città vivace e aperta che merita di essere conosciuta.
La mostra sarà visitabile fino al 25 febbraio, da lunedì a giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30, mentre il venerdì l’orario di apertura va dalle 9.30 alle 13.00.