11/02/2025

Iniziato tristemente il 2017 per la perdita di persone care, quelle persone con cui riuscii a stabilire un rapporto amichevole in pochi secondi, lasciando esterrefatti tutti coloro che li conoscevano da tempo. Questa in estrema sintesi il primo pensiero di oggi, quando all’alba m’informarono che Domenico  Zannier era deceduto.

Lo hanno preceduto, nei giorni scorsi, sia Alberto di Caporiacco giornalista direttore de Il giornale del Friuli e Marzio Strassoldo, tutte persone che avevo conosciuto bene, anche se solo per motivi professionali. La mia collaborazione con Alberto di Caporiacco è stata intensa qualche anno fa e, sebbene avessimo alcune divergenze di vedute, i miei articoli sono sempre stati pubblicati. Questo a dimostrazione che tra professionisti, quando si tratta di lavoro giornalistico, conta l’obiettività, l’oggettività e non le opinioni  e le idee personali.

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Marzio Strassoldo rimane nei ricordi come il presidente della provincia di Udine, eletto nel 2001 e riconfermato nel 2006, lasciò l’incarico anticipatamente quando il 27 settembre 2007 scoppiò lo scandalo per un’ipotesi di voto di scambio con Italo Tavoschi (egli avrebbe portato 420 voti in cambio di un posto di lavoro come dirigente alla provincia di Udine). Tavoschi esibì un patto firmato da entrambe le parti e denunciò Strassoldo per non averlo rispettato. Strassoldo annunciò le sue dimissioni che in seguito decise di ritirare. Il 7 dicembre 2007 fu approvata la mozione di sfiducia nei suoi confronti, che pose fine al suo mandato.

In precedenza Strassoldo, laureato in economia e commercio, fu ricercatore presso l’Istituto di Statistica dell’Università di Trieste e nel 1987 fu chiamato a coprire la cattedra di Contabilità economica nazionale dell’Università di Udine. Eletto Rettore dell’Università di Udine nel 1992 e successivamente riconfermato nel 1995 e nel 1998.

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Quando alcuni anni fa gli chiesi cosa si prova a ricevere accuse così infamanti, mi rispose che in Italia, senza qualche avviso di garanzia, non sei nessuno.  Ma nella realtà non dev’esser stato facile per lui reagire e solo dopo qualche anno, lo incontrai a Rivignano Teor in occasione della presentazione di Friuli per Tutti, ovvero la proposta che vorrebbe dividere la Regione Friuli Venezia Giulia in solo due provincie: il Friuli e Trieste. Alla stregua di quanto fatto il Tentino – Alto Adige con Trento e Bolzano. Due provincie autonome, anziché diciotto mini UTI. Nella stessa occasione, col sindaco Mario Anzil, molti sindaci del Medio Friuli e non solo, c’erano tutti e tre: di Caporiacco, Strassoldo e Zannier.

Pre Domenico Zannier lo conobbi in una gustosa occasione, con una scenografia incredibile, presso il museo delle carrozze d’epoca di Codroipo, nella frazione San Martino, quando ebbi l’opportunità di presentare il suo libro.

Nacque a Pontebba (Udine) nel 1930 da genitori artigiani ed emigranti, del Friuli centrale. Ha compiuto studi classici filosofici e teologici. La sua attività letteraria iniziò in giovane età, raggiungendo a poco a poco vertici consistenti, che lo hanno portato a essere candidato al Nobel per la letteratura da parte delle Università di Salisburgo e di Innsbruck. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, i più importanti sono:

Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Premio Internazionale del C.I.A.C. di Roma; Premio Campidoglio d’Oro della Internationale Burckhardt Akademie;  Premio Tesaur per la poesia; Premio Nadal Furlan di Buja (per i valori di civiltà cristiana espressi nella sua opera);  Premio Friuli Aquila d’Oro;  Premio Castello Città di Udine; Premio Grandi Friulani nel Mondo di Sedegliano; Premio Epifania di Tarcento; medaglia d’ Argento della Provincia di Udine;  medaglia d’Oro per il teatro di Arta Terme. Senza citarli tutti perché l’elenco sarebbe troppo lungo.

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Domenico Zannier è stato sostenitore della individualità etnica del popolo friulano di lingua ladina e fautore dei diritti delle minoranze linguistiche in Italia e in Europa. Tra le sue opere ricordiamo la prima quadrilogia dei poemi, raccolti poi in un volume unico. Fu prima sostenitore della lingua Ladina – friulana, poi giramondo, ha composto liriche in lingua italiana, spagnola, inglese e francese.

Ha operato con il gruppo “Il Tesaur”, fondato da Gianfranco D’Aronco e nel Circolo poetico “La Cjarande”, di cui ha curato la prima antologia con i poeti Mario Argante e Galliano Zof. Ha fondato e diretto la “Scuele Libare Furlane” (Scuola Libera Friulana) per l’insegnamento della lingua delle tradizioni popolari ai giovani e ai fanciulli. Fu socio della Deputazione di Storia Patria per il Friuli. Ha scritto “Majano tra le pieghe dei secoli” con R. Tosoratti, storia della comunità. Fu membro del Circolo Culturale Laurenziano di Buja e socio fondatore dell’Istituto “Achille Tellini” di San Giovanni al Natisone e consulente dell’Assor – Est di Udine.

Era iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti ed è critico di letteratura e d’arte. Nel 2012 viene pubblicato “FLORES DE SOMBRA Y LUZ” (con la casa editrice L’Orto della cultura). Nel 2013 pubblica “GLIMPSES OF POETRY” SCINTILLE DI POESIA Ed. L’Orto della cultura). Domenico Zannier è nato nel 1930 in un anno di pace, tra le due guerre mondiali che hanno sconvolto l’Europa.

Si firmava anche “Domeni Dumbli”.

Marco Mascioli

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