12/09/2024

Il Museo Carnico delle Arti Popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo, che conserva una delle più importanti collezioni etnografiche europee e custodisce la storia della Carnia e delle sue genti, ha riaperto al pubblic , dopo una breve pausa a seguito di piccoli lavori di manutenzione. 

Tante le novità in serbo per la riapertura in un anno davvero speciale per il Museo: il sessantennale della sua costituzione a Palazzo Campeis. Visioni, progetti e attività propedeutiche al rilancio della struttura, sono state illustrate questo   nel corso della visita al Museo, dagli assessori regionali alla Cultura  e alle Finanze  e dalla Presidente della Fondazione Museo Carnico, Aurelia Bubisutti. 

Trenta sale disposte su tre piani e migliaia di oggetti che raccontano la vita, il lavoro e le tradizioni del popolo carnico dal XIV al XX secolo. Il tutto messo a disposizione del pubblico per la caparbia volontà del suo fondatore il Senatore Michele Gortani: il “Gortani” di Tolmezzo è fra i musei più originali e preziosi del Friuli Venezia Giulia. Un museo al quale è affidata la custodia della storia e delle genti e di un intero territorio, quello della Carnia: un’area che sulla carta geografica dell’Italia è alla periferia, ma che nella geopolitica dell’Europa costituisce una straordinaria terra di mezzo, storicamente aperta al mondo del Mare Adriatico e a quello della Mitteleuropa.

Nel 2023 ricorre anche un altro sessantesimo anniversario, quello del disastro del Vajont, a cui il museo carnico dedicherà un convegno in autunno. La storia della tragedia, infatti, si intreccia con quella di Michele Gortani che, oltre a essere membro dell’Assemblea Costituente e Senatore della Repubblica, era uno stimato geologo che aveva dato parere negativo sulla costruzione della diga e, dopo i fatti, è stato membro della commissione di verifica sull’evento.

Il futuro: verso un Museo partecipativo

  il 2023 segna il passo di un nuovo percorso, che vedrà il Museo carnico allinearsi nel tempo alle più recenti linee guida europee per le realtà museali. In particolare la Convenzione di Faro, documento quadro firmato dagli stati membri del Consiglio d’Europa che rivoluziona le politiche culturali del patrimonio.

Al centro del processo culturale non è più l’opera ma l’uomo e la sua interazione con il mondo: un inedito cambio di visione, che sostituisce al “prodotto” il “processo” e sollecita nuove politiche culturali attraverso la sperimentazione di pratiche partecipative.

In quest’ottica, il museo non può essere soltanto il luogo deputato all’esposizione e conservazione delle opere ma deve diventare punto di riferimento, culturale e sociale, per la comunità, fornire strumenti per leggere il mondo, rendere i cittadini soggetti critici e attivi. Non esiste un unico modello di museo partecipativo; la sfida alla partecipazione si gioca soprattutto sul piano dell’educazione al patrimonio, creando relazioni con le persone, affinché in esso si riconoscano.

MESS – Museo Regionale Etnografico Storico e Sociale

Si muove in questa direzione anche la facoltà data al Museo Carnico di assumere il ruolo di museo capofila nel MESS – Museo Regionale Etnografico Storico e Sociale, rete di musei e raccolte presenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia, che ha per obiettivo la promozione, valorizzazione e piena accessibilità del patrimonio etnografico e storico-sociale regionale e il cui coordinamento è affidata all’ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia.

Un anno costellato di progetti e attività, con molti gli “eventi di sistema” per promuovere il territorio attraverso la cultura

A partire da maggio, i visitatori potranno trovare una sezione del museo completamente ripensata, grazie alle attività del progetto Interreg “Etnospazi – Musei in rete in area HeurOpen”, che mette in rete diversi luoghi espositivi del territorio alpino regionale e austriaco, per valorizzare le tradizioni popolari della vita montana, a partire dall’allevamento, l’agricoltura e il cibo. Un’occasione per immaginarci il Museo di domani. Vicino a questo un allestimento sperimentale, realizzato grazie ai fondi comunitari del progetto CROSSINNO, consente al pubblico di visitare il Museo accompagnato dalle voci narranti di Michele Gortani, di Jacopo Linussio – il celebre industriale tessile e mecenate – e di Bruna, la moglie di un cramâr. Inquadrando i QR code sui totem posizionati in vari punti del Museo il visitatore può immergersi nella Carnia di un tempo, evocata dalle voci di alcuni dei personaggi che l’hanno animata. 

Sempre nel mese di maggio il Museo parteciparà alla Settimana della cultura friulana, organizzata dalla Società Filologica Friulana, con alcune iniziative: una di esse vede coinvolto l’Isitituto comprensivo di Tolmezzo e diverse associazioni del territorio. 

Per contribuire alla divulgazione del patrimonio culturale in chiave accessibile e divertente per tutti attraverso racconti e curiosità, è volta l’estensione della “Mappa Parlante® della Carnia e dei suoi Musei”, realizzata con la Fondazione Radio Magica onlus e CarniaMusei, grazie a un finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Camera di Commercio di Pordenone-Udine.

La rete di collaborazioni con gli altri musei dell’Alto Friuli prosegue insieme anche alla Fondazione Luigi Bon con la realizzazione, a partire dalla tarda primavera e per tutta l’estate, di una serie di concerti seguiti da degustazioni, nel contesto del progetto “Musei aperti: musica e prodotti dal territorio”.

Tutto l’anno sarà costellato da eventi “di sistema” per la cui realizzazione collaboreranno Comunità di Montagna della Carnia, Comune di Tolmezzo e lo stesso Museo Carnico con la volontà di provare a unire le forze per il rilancio di un intero territorio attraverso la cultura. 

Tra questi si parte il 13 maggio con l’inaugurazione della mostra di Sameer Makarius “Back to life – Regreso a la vida – Ritorno alla vita”, curata da Monika Branicka e promossa dal Comune di Tolmezzo e dall’associazione culturale “amariana”. Sarà la prima mostra in Italia di questo autore, dopo importanti esposizioni al Moma di New York, Tate di Londra e Reina Sofia di Madrid. L’intento è soprattutto quello di aumentare l’importanza di Tolmezzo come centro culturale in ottica internazionale.

A fine giugno si terrà – promossa sempre dal Comune di Tolmezzo in collaborazione con Pordenonelegge – una rassegna durante la quale alcuni autori presenteranno le loro opere in diverse location della cittadina, tra cui anche il Museo Gortani. Il museo sarà inoltre coinvolto in progetti artistici, come una mostra che si aprirà a luglio, sul mosaico, realizzata dall’amministrazione comunale e la scuola mosaicisti di Spilimbergo.

A ottobre, nel contesto della manifestazione “Il filo dei sapori”, organizzata come di consueto dalla Comunità di Montagna della Carnia e volta a riportare l’attenzione sul ruolo dell’agricoltura nel valorizzare e diffondere la ricchezza della Carnia, saranno realizzate attività per bambini e famiglie alla scoperta del “Purcit di Sant’Antoni”, il maiale, dal quale le famiglie del territorio ricavavano un importante sostentamento. Saranno proprio i “norcini” ad aiutare i bambini a comprendere il percorso dall’animale al prodotto che arriva sulle nostre tavole. 

I sessant’anni della costitituzione del Museo a Palazzo Campeis (22 settembre) saranno celebrati attraverso una serie di appuntamenti, tra i quali visite teatralizzate con un attore nei panni di Michele Gortani che porterà i visitatori alla scoperta del Museo e l’allestimento di una sala dedicata alla storia del Museo e al suo fondatore.

Ai più piccoli, nel corso dell’anno, saranno dedicate molte iniziative, dai laboratori sulla Pasqua a quelli legati al Natale, passando per i percorsi estivi e quelli in occasione della “gnot dai murtas”, ricorrenza presente nel calendario delle tradizioni carniche. Prosegue il decennale impegno didattico del Museo a favore e in collaborazione con le scuole del territorio.

Chiuderanno l’anno: l’inaugurazione della mostra “Pittura tra Ottocento e Novecento”, con lo scopo di valorizzare le opere di artisti locali (Fragiacomo, Davanzo, Pellis, Bearzi, Cussigh, Foschiatti) conservate al Museo e risalenti a un periodo compreso tra la fine del 1800 e la seconda metà del 1900 e giochi di luce e concerti nel periodo natalizio. 

È possibile seguire le notizie e le attività del Museo sul sito web www.museocarnico.it e sui canali Instagram @museocarnico e Facebook alla pagina Museo Carnico delle Arti Popolari. 

Il Museo carnico delle Arti Popolari Michele Gortani” è aperto a Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno e 15 agosto. 

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