Di Marco Mascioli
Le elezioni possono sempre riservare sorprese, ma quasi sempre, per chi è ben informato, sono spesso molto prevedibili. In primavera a Codroipo c’è stato il cambio dell’amministrazione comunale, dopo dieci anni (quasi undici) di Fabio Marchetti, c’erano in lizza tre candidati, ma questa volta davvero non c’è stata partita.
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Una vittoria scontata sin dall’inizio, sebbene apprezzabile la forza di volontà degli altri due concorrenti, ma il candidato del “centro sinistra” era l’uomo impossibile da battere. Sebbene con tre candidati è quasi impensabile non andare al ballottaggio, nel secondo turno la vittoria è stata schiacciante con quasi il 60 % delle preferenze.
In pratica la notorietà e il curriculum di Guido Nardini ne facevano il vincitore sin dalla sua candidatura, a prescindere dalle forze politiche che lo appoggiavano o lo affrontavano. Come quasi sempre accade nei Comuni in occasione delle amministrative locali, escluse le grandi città, si vota e vince la persona, perché ci si conosce tutti (o quasi) e non contano le vicende politiche nazionali, d’altronde se così non fosse stato, alla luce dell’elezioni nazionali di tre mesi dopo, è evidente che Nardini non avrebbe avuto un gran vantaggio.
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Durante la campagna elettorale Guido Nardini ha spesso parlato dei primi cento giorni di amministrazione ed essendo appena trascorsi, abbiamo chiesto al Sindaco di raccontarci com’è andata e quali eventualmente sono i punti che non sono stati completati. Le priorità sbandierate prima delle elezioni erano specifici e chiari.
Il primo parlava dell’Azienda di Servizi alla Persona Daniele Moro, attualmente commissariata, il secondo di riattivare il dialogo con i comuni del Medio Friuli, fra i quali Codroipo dovrebbe avere un ruolo capofila. Il terzo punto era la verifica dei trasporti scolastici, quindi un nuovo piano regolatore generale che integri sostenibilità, riqualificazione del centro e delle frazioni anche a vantaggio del commercio, poi l’organizzazione della Fiera di San Simone (dopo due anni di Covid), infine la regolamentazione della tariffa per l’occupazione del suolo pubblico, la gestione dei parcometri dismessi e le soste selvagge in centro a Codroipo.
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Oltre a questi sei punti chiave, aveva parlato delle nuove progettualità del distretto sanitario, il miglioramento logistico delle zone artigianali, di riattivare e integrare i servizi sanitari territoriali, a partire dalla guardia medica a Codroipo. Ridefinire la pianta organica del comune di Codroipo, per sopperire alle carenze e dare nuovo respiro all’azione amministrativa e ai servizi comunali.
Certamente in cento giorno nemmeno un mago sarebbe riuscito ad attuare tutti questi intenti, ma se “chi ben comincia è a metà dell’opera”, possiamo sentire nell’intervista com’è andata.