La storia dell’Università castrense di San Giorgio di Nogaro, a cento anni dalla sua esperienza, è stata celebrata a Roma con l’inaugurazione della mostra “Una storia nella grande guerra: la scuola medica da campo Università Castrense di San Giorgio di Nogaro”.
“La scuola sangiorgina fu unica in Italia e segnò un’esperienza di insegnamento e di evoluzione della medicina moderna che divenne punto di riferimento per l’epoca”, ha affermato l’assessore alla Cultura del Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti, durante la cerimonia inaugurale presso il museo centrale del Risorgimento, complesso monumentale del Vittoriano dove resterà aperta la mostra fotografica che ripercorre la nascita e la storia dell’istituto universitario
All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, anche il sottosegretario al ministero dei Beni culturali e del Turismo, Antimo Cesaro, il vice presidente del Consiglio regionale, Paride Cargnelutti, e il sindaco di San Giorgio di Nogaro, Pietro Del Frate.
L’esposizione si articola in una serie di pannelli fotografici e multimediali che raccontano la nascita della scuola nel febbraio 1916. Il contesto militare, con il fronte orientale aperto al continuo succedersi di battaglie lungo l’Isonzo e logoranti periodi di resistenza in trincea, aveva posto la prioritaria necessità di allestire nelle retrovie ospedali da campo in grado di accogliere il flusso ininterrotto di soldati feriti.
Allo stesso tempo molti giovani universitari delle facoltà di medicina di tutta Italia erano stati chiamati al fronte costretti a interrompere gli studi.
La carenza di medici e l’esigenza di affrontare tipologie di ferite, lacerazioni, malattie infettive e mentali mai affrontate fino ad allora spinse un ufficiale medico del Corpo militare della Croce Rossa, il tenente colonnello Giuseppe Tusini, con il sostegno della Duchessa Elena d’Aosta, Ispettrice nazionale delle infermiere volontarie, ad istituire a San Giorgio di Nogaro i “Corsi di medicina e chirurgia” per gli studenti del 5° e 6° anno di medicina che si trovavano sotto le armi. Tra il 1916 e il 1917 la scuola medica da campo (da cui il nome castrense) divenne una vera e propria università nazionale, fino ad assumere il titolo di sezione distaccata dell’Università di Padova.
Qui, le particolari circostanze, che riunivano in un unico posto i corsi accademici con una pratica clinica dettata dall’urgenza bellica, determinarono una formazione medica all’avanguardia che interessò quasi 1200 studenti provenienti da tutte le Università del Regno e mobilitati lungo tutta la linea del fronte.
Tra loro emersero alcune future figure di spicco della medicina e della ricerca medica italiana: una storia nella storia che viene riscoperta oggi con la mostra curata dalla biblioteca sangiorgina di Villa Dora, che restituisce il valore di questa esperienza e lo affaccia ad una rinnovata attenzione nazionale.
ARC