01/02/2025

Udine area metropolitana, dovrà investire in migliori interconnessioni col suo territorio, rafforzare l’integrazione Università-imprese e valorizzare le peculiarità turistiche, storiche e ambientali. Stimolo per tutta la regione a dare maggior “specializzazione” all’autonomia, far diventare il Fvg laboratorio per tutta Italia, dove sperimentare nuove politiche di formazione-riqualificazione, welfare, produttività, innovazione

Il progetto promosso da Cciaa di Udine (Fff) – unica Cciaa ad aver avviato un progetto di scenario – con il Comune, il coinvolgimento di Università e Regione e il coordinamento scientifico dell’Ocse di Parigi

Il documento completo presentato in una giornata-evento, martedì 9, con tre momenti: la mostra dei progetti di futuro elaborati dalle scuole, la presentazione di dettaglio dell’“Agenda del futuro” da parte degli analisti Ocse Mountford ed Emmerich e il dibattito con l’economista Alberto Alesina

Udine può diventare area metropolitana, città interconnessa e meglio coordinata con il suo territorio di prossimità. Investendo con convinzione sulle proprie peculiarità (ambiente, storia e cultura per un’offerta turistica di qualità riconosciuta) e su un sistema che ponga in forte relazione Università, centri di innovazione e imprese.

Tutto questo, utilizzando in modo deciso la leva dell’autonomia regionale, una specialità da giocarsi fino in fondo e da rinegoziare con il governo centrale perché il Friuli, la regione intera, diventino laboratorio di crescita per tutta Italia e luogo di sperimentazione, anche del sistema dell’istruzione, formazione e servizi sociali, per produrre importanti effetti sulle capacità occupazionali e della produttività.

Sono alcune anticipazioni dell’“Agenda del futuro – Udine 2024”, progetto promosso dalla Camera di Commercio (con il suo Friuli Future Forum) insieme con il Comune di Udine, con il coinvolgimento dell’Università e della Regione, Agenda che è stata affidata al coordinamento e all’elaborazione da parte dell’Ocse, punto di riferimento internazionale per le politiche economiche.

L’Ocse ha elaborato l’Agenda, una serie di linee guida per il futuro della città e del territorio, prodotte studiando ricerche e dati statistici locali degli ultimi 10 anni che i partner progettuali hanno raccolto e messo a disposizione del team di analisti, nonché basandosi sulla “voce”, sulle aspettative e idee di una rappresentanza di 200 cittadini, che per tutto l’autunno si sono confrontati sul futuro, con un metodo innovativo – evidenziato positivamente dalla stessa Ocse – e partecipativo.

La Camera di Commercio di Udine è la prima Cciaa in Italia ad aver commissionato un progetto di scenario. È un segnale significativo anche rispetto alla capacità del Friuli di anticipare il rinnovamento di ruoli e funzioni, che a livello nazionale sono in discussione e oggetto di riforma.

LE ANTICIPAZIONI. Le anticipazioni dell’“Agenda del futuro – Udine 2024” sono state presentate in conferenza stampa sabato 6 giugno, in Camera di Commercio, dal presidente della Cciaa udinese Giovanni Da Pozzo, dal sindaco di Udine Furio Honsell e dalla presidente della Regione Debora Serracchiani, assieme al project manager di FFF Renato Quaglia .

IL PROGRAMMA DI MARTEDì 9 GIUGNO. Alle 9 del mattino l’apertura della sede di Fff (via Calzolai, angolo via Savorgnana, proprio di fronte alla Cciaa) per l’esposizione, aperta per tutto il giorno, dei progetti delle 16 scuole superiori che hanno costituito il percorso collaterale – ma complementare – del progetto “Agenda” e che in quest’anno scolastico hanno ideato, ciascuna in base alle proprie attitudini d’indirizzo, progetti di futuro tutti con una forte impronta imprenditoriale o d’iniziativa pubblica. All’apertura sarà presente anche l’assessore regionale Loredana Panariti, il cui assessorato ha sostenuto il percorso. Alle 11, in Sala Valduga, alla presenza del presidente Da Pozzo, del sindaco di Udine Furio Honsell e del vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, ci sarà la vera e propria presentazione dell’Agenda, da parte degli analisti Ocse che l’hanno curata in prima persona, Debra Mountford (senior policy analyst di Ocse) e Mike Emmerich (già direttore del progetto New Economy per lo sviluppo della “Greater Manchester” e senior policy adviser nel team del Primo ministro britannico), entrambi presenti in diverse occasioni a Udine dallo scorso autunno per interviste, confronti con le istituzioni, le categorie economiche, le imprese e i cittadini, per perfezionare l’elaborazione del documento. Infine, alle 18, l’ultimo evento pubblico della giornata, con la riflessione e le prospettive, momento in cui l’Agenda del futuro di Udine sarà messa in relazione con gli scenari di sviluppo nazionali, europei e mondiali: interverranno l’economista internazionale Alberto Alesina e, con lui, il direttore del Messaggero Veneto Tommaso Cerno e Sergio Arzeni, direttore dei programmi Leed (dello sviluppo dell’occupazione e dell’impresa locali) dell’Ocse, assieme al presidente Da Pozzo, al sindaco Honsell e al rettore dell’Ateneo udinese Alberto Felice De Toni.

SUPERARE IL FASIN DI BESSÔI. «È ormai chiaro – commenta il presidente Cciaa Giovanni Da Pozzo – che la visione esclusivamente localistica è insufficiente e va superata, ma anche che dobbiamo credere e investire nelle nostre peculiarità. L’invito forte che arriva dall’Agenda è che città e regione abbiano il coraggio di cambiare ancora, non fermarsi né accettare lo sconforto della crisi, perché ci sono potenzialità per invertire la rotta e creare un luogo inedito di sperimentazione dello sviluppo. Certo, continuano a emergere situazioni molto complesse in tante zone del nostro territorio e della nostra economia, che vanno affrontate presto e con visione.

Dati alla mano, però, l’Ocse ci fa capire anche che la situazione del Friuli e del territorio udinese è migliore di altri territori simili in Italia ed Europa: significa che il Friuli ha affrontato la crisi in maniera più solida e ha evidenziato forte capacità di reagire. Ci sono nodi critici e situazioni delicatissime, ma ci sono anche molte potenzialità inespresse su cui invece lavorare: per esempio il turismo e l’attrattività storico-culturale di Udine e del suo territorio.

Su questo piano Ocse indica per Udine la necessità di orientarsi verso un’area metropolitana e invita anche il territorio a relazionarsi a Udine per costruire un’unica area interrelata, che scambia e si completa nelle reciproche competenze. Si tratta di un indirizzo molto chiaro di Ocse: come ho detto in più occasioni, non è più il momento di fâ di bessôi, le sfida internazionali non consentono più la frammentazione.

L’unione è una strategia dove tutti vincono e anche il metodo che abbiamo inaugurato con quest’Agenda, con il nostro Friuli Future Forum, è un primo passo che dà concretezza a quel “fare sistema” spesso rimasto solo parola. Come Camera di Commercio, abbiamo rafforzato un ruolo di raccordo e stimolo allo sviluppo del territorio, facendo rete con Comune, Università e Regione perché per la crescita ci vuole una regia condivisa. Non solo, abbiamo esteso la rete alle categorie produttive, che aderiscono fattivamente al percorso, e anche direttamente ai cittadini, che con entusiasmo hanno partecipato portando riflessioni inedite, aspirazioni, idee concrete che insieme potremo mettere in pratica. Ancora: la rete è locale ma è anche globale. Con Agenda e in generale con Fff abbiamo potuto scegliere interlocutori di livello internazionale per la produzione degli scenari futuri, come l’Ocse, che ci ha aiutato in modo irripetibile nell’elaborazione di una strategia.

«Il quadro che emerge di Udine – sottolinea il sindaco Honsell – è quello di una città che ha saputo confrontarsi con la crisi e la successiva recessione economica molto meglio di tanti altri territori. Emerge però anche un diffuso sentimento di declinismo, come lo chiama l’Ocse, sentimento che accomuna il capoluogo friulano a numerosi altri territori europei e che rischia di produrre conseguenze fortemente negative. Ripensando alla propria storia, e al proprio ruolo di città di riferimento per il Friuli, Udine ha secondo l’Ocse una molteplicità di risorse e opportunità, che potrà cogliere se saprà avere una leadership coesa in tutti i settori e con il contributo di tutti».

L’AGENDA DI UDINE COME METODO PER UN LABORATORIO DI CRESCITA. «Il documento Ocse e il lungo processo che l’ha preparato – aggiunge Renato Quaglia – ci restituiscono due immagini: un Friuli che oggi è molto più solido di quanto creda, e un Friuli che non vuole subire le conseguenze del declino generale. L’Ocse invita questo Friuli a riprendere l’iniziativa; invece di attendere le riforme nazionali, ad assumersi con coraggio nuove responsabilità. Qualunque disegno resta condizionato però da due variabili: la capacità del territorio di condividere e partecipare a un disegno comune – come fu negli anni della ricostruzione – e la necessità di una classe dirigente, pubblica e privata, in grado di guidare questo percorso. L’Agenda Ocse rivolge infine alla città due domande chiave: cosa è Udine oggi? Cosa vuole e può diventare? Le risposte a queste domande sono il progetto di una città e la sua promessa».

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