01/02/2025

Il presidente di Confindustria Udine Adriano Luci prende posizione in ordine alle polemiche sorte sulla costruzione della strada Palmanova-Manzano e lo fa dichiarando che “questa opera serve in quanto le infrastrutture non possono essere valutate in funzione della situazione contingente ma traguardate anche in prospettiva in relazione alle esigenze di collegamento rapido e sicuro con la rete autostradale. E questo all’area che è in trasformazione serve; in mancanza di collegamenti efficienti è destinata ad impoverirsi. Senza trascurare gli effetti economici negativi che verrebbero ad innescarsi con la contrazione del valore delle proprietà immobiliari”.
“Qualunque progetto per infrastrutture od opere pubbliche di una qualche rilevanza – aggiunge Luci – non può essere realizzato dopo 10 o 20 anni. La conseguenza è che poi quando si è nelle condizioni di realizzarlo la situazione può risultare cambiata. La scorciatoia è di non farne nulla. Il distretto della sedia è stato investito da una profonda trasformazione antecedente gli anni della recente crisi ma non per questo l’opera non è utile”.
Il distretto della sedia ha subito una profonda ricomposizione con il riorientamento della produzione dalla sedia al “concetto” di arredamento con l’utilizzo di materiali diversi dal legno. La filiera quindi si è allargata e nell’area si sta sviluppando la diversificazione produttiva  ad esempio verso il settore della meccanica. A tale proposito Luci ricorda come “la competitività di un’area dipenda da tre fattori fondamentalmente: collegamenti veloci ed efficienti con la rete di comunicazione, funzionalità delle autostrade informatiche, aree attrezzate e servizi. Quindi senza collegamenti adeguati alle moderne esigenze logistiche non si fa sviluppo e non si è attrattivi”.
“Non si può dimenticare poi – sottolinea Luci – che chi adesso si oppone al progetto fa parte di coloro che a suo tempo ne hanno sostenuto la realizzazione. Proprio in virtù delle prospettive che si aprono e delle trasformazioni che hanno consentito la riqualificazione della struttura produttiva, rinunciare all’opera significa mettersi sulla strada sbagliata. Se c’è chi va sui tetti con le bandiere credendo di difendere in questo modo posti di lavoro, c’è anche chi marcia con le bandiere perché non si realizzi un’opera invece utile. Quanta demagogia in questo paese! Dobbiamo domandarci quale futuro immaginare e con quali strategie. A forza di dire sempre no alle infrastrutture, il Friuli non andrà da nessuna parte”.
“Ricordiamo – conclude il presidente di Confindustria Udine – che l’attrattività non si fa con le chiacchiere, ma con i fatti armonizzandone le peculiarità”.

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