Il programma di governo della presidente della Regione Debora Serracchiani, dopo il lungo e approfondito dibattito in Consiglio regionale, è stato approvato con 26 voti favorevoli. Nessun astenuto, i contrari sono stati 20. a favore si sono espressi PD, Cittadini, SEL e Ssk; contrari Pdl, Aut. Resp., M5S, Lega Nord e Tondo del Gruppo Misto.
Dell’ampio dibattito sviluppatosi in consiglio regionale attorno alle linee programmatiche della Serracchiani forniamo, la replica finale della neo presidente. Abbiamo scelto per la pubblicazione tre delle posizioni assunte dai banchi dell’opposizione: quella delle consigliere Mara Bianchi del Movimento Cinque Stelle e Mara Piccin della Lega Nord e quella dell’ex Presidente della Giunta Renzo Tondo del Gruppo Misto.
LE CONTRO DEDUZIONI DI DEBORA SERRACCHIANI
Non ha fatto attendere le sue contro-deduzioni, la presidente della Regione, Debora Serracchiani, sollecitata per tutto il giorno dagli interventi in Aula dei consiglieri. Presupposto fondamentale – ha così detto – è che non è una questione ideologica, di preconcetto, ma è un’esigenza di tutti e non basta una persona o un solo gruppo di persone, ma serve uno sforzo collettivo per creare le risposte a una crisi così drammatica. E sono così convinta di queste risposte collettive e che dopo l’esito delle elezioni di debba prendere tutto ciò che c’è di buono, che nelle mie linee programmatiche ci sono parti sia delle dichiarazioni di Renzo Tondo sia di Saverio Galluccio.
LE RIFORME ISTITUZIONALI
Bisogna avere il coraggio di fare ciò che in passato si è fatto meno. Penso alle riforme. Quella istituzionale è straordinariamente importante. Si superano le Province ma c’è di più: un riordino generale della macchina regionale. Non si deve guardare solo alle linee strategiche programmatiche (Solo 68? Credevo fossero di più, comunque bastano per lavorare bene insieme). È giusto chiedersi perché nel 2012 non si è avuto il coraggio di fare scelte elettorali più forti.
TRASPORTI ED INFRASTRUTTURE
E scelte – ha proseguita la presidente – le sta facendo anche la Commissione trasporti nazionale. Le Autorità portuali da 28 scenderanno a 11: allora il porto di Trieste ridiventi importante per l’Alto Adriatico; se si danno 100 milioni alla piattaforma off shore di Venezia, sia giusto dare la stessa somma al porto di Trieste. Penso a un modello di sviluppo nuovo, che riordini anche le risorse che mettiamo nelle opere infrastrutturali, gestendole in modo oculato secondo le esigenze del territorio. La Regione che pianifica e fa bene le leggi, parte da queste strategie.
SULLE PROVINCE
Sul superamento delle Province, la Serracchiani ha spiegato che non si intende punire qualcuno, né che sarà fatto solo per i costi della politica, ma per la semplificazione e per poter affidare le competenze a Regione e Comuni quanto a progettazione e gestione. Come impostare le aggregazioni – ha aggiunto -, studiamolo insieme. Per la provincia di Udine, non concordo la scelta dell’ex presidente Tondo perchè potevamo essere noi laboratorio d’Italia e imporre la nostra autonomia, avviando quella riforma istituzionale che in campagna elettorale abbiamo detto di voler fare. E che anche di questo se ne discuta in Aula. Il tema della chiusura delle Province non deve assumere alcun colore politico.
IL REDDITO DI CITTADINANZA
Sul Reddito di cittadinanza sia fatta una valutazione seria: 50.000 famiglie sono nella disoccupazione cronica, da cui non riescono a uscire. Sì dunque agli ammortizzatori sociali, ma pensando che si perde il sostegno se si rifiuta un posto di lavoro. Perché dobbiamo scegliere le priorità e gli obiettivi in quanto non si può garantire tutto: va affrontata l’emergenza, ma al contempo guardare alla fine dell’emergenza e andare verso la crescita. Ci vorrà il coraggio di investire, di spendere. Non basta l’austerità, ma mettere insieme politiche che tengano d’occhio i conti e al contempo investano. Non ci interessa chi farà le proposte, se tutti le potremo condividere. Certo che, per il rispetto dei ruoli, le scelte che non riterremo opportune non le assumeremo.
GLI ASSESSORI ESTERNI
Sugli assessori esterni – ha proseguito la presidente – potrei limitarmi a ricordare la scelta iniziale, simile, di Tondo, ma c’è dietro un’altra cosa: una scelta politica con cui stabilire chi fa il Governo e chi ha, invece, il compito di fare le leggi. Ci vuole una distinzione. Non da ultimo, è una questione di competenze.
FISCALITA’ DI VANTAGGIO ED AUTONOMIA
La fiscalità non é solo di vantaggio, ma anche la leva di autonomia su cui premere di più. Il vantaggio è anche quello che ci creiamo noi utilizzando la nostra autonomia. Credo prima di tutto nel rispetto delle istituzioni, perciò mi spiace che qualcuno abbia denigrato gli incontri come spot quelli avuti dai rappresentanti della Regione con il Governo nazionale. Cercherò l’aiuto dei nostri parlamentari – nessuno escluso – e con loro avrò un incontro per parlare dei nostri interessi e come intervenire in Parlamento in tal senso.
IL CONTENIMENTO DELLA SPESA
Il contenimento della spesa è cosa seria, che perseguiremo con attenzione, ma non solo con scelte di chiusura perché l’abbattimento del costo fine a sé stesso non serve. Faccio l’esempio dell’Agenzia regionale della Salute: 2,431 milioni di euro di costi con assorbimento del personale tra i dipendenti regionali: è la dimostrazione che le spese rimangono e non vengono ridotte, al contrario quella Agenzia serve e potevano essere utilizzate meglio le sue competenze.
SULLO STOP ALLA PALMANOVA-MANZANO
Non è stata follia ideologica quella che ha dettato la scelta di stop per la Palmanova-Manzano, ma ci sono molte categorie che quella strada non la ritengono più una soluzione, perciò è stata fatta una valutazione seria guardando alle risorse e alle soluzioni tecniche. Se, poi, la Cimpello-Sequals fosse tanto strategica, ritengo che la precedente amministrazione l’avrebbe
fatta prima: comunque visto che è stata voluta, stiamo cercando di capirne la strategicità. La privatizzazione dell’aeroporto di Ronchi si scontra con i fondi europei per il Polo intermodale: stiamo studiando come non essere sanzionabili da Bruxelles. E comunque tutti affermano: più ferrovia e meno gomma, soprattutto per il settore merci.
E SULLA TAV
Sulla TAV (treno ad alta velocità) mi sono limitata a registrare gli interventi statali, oggi incentrati a Ovest e poco a Est. Se è vero che qui si può aumentare il servizio e togliere il collo di bottiglia, è quanto questa Regione intende pretendere e mi applicherò per batter cassa a Roma. E questo è un costo senza dubbio inferiore a quello della TAV.
SULLE RELAZIONI INTERNAZIONALI
Dobbiamo pretendere che questa regione non resti ai margini, ma ripartano i collegamenti con tutta Europa oltre che con le altre regioni d’Italia. Siamo chiamati a fare scelte determinanti – ha chiosato la presidente Serracchiani – legate all’entrata della Croazia nell’UE; può essere il luogo ove avere importanti relazioni internazionali.
REGIONE E STATO
Non da ultimo stiamo ricostruendo il rapporto della Regione Friuli Venezia Giulia all’interno della Conferenza Stato/Regioni in ogni settore, perché siamo in un Paese che si chiama Italia e con capitale Roma perciò è lì che si deve andare a discutere e ottenere competenze per l’autonomia. Il lavoro è nelle mani di tutti.
Mara Piccin della Lega Nord
DOV’E’ PORDENONE NELLE PAROLE DELLA SERRACCHIANI?
“L’ospedale in Comina? Finito nell’oblio. La variante di Degnano? Scomparsa. Misure specifiche per il distretto del mobile? Evanescenti. Nel suo programma di governo, la presidente Serracchiani si è dimenticata della provincia di Pordenone. O, forse, si è semplicemente ricordata di punirla?” Mara Piccin, capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, puntualizza di non voler alimentare assurdi e obsoleti campanilismi. Ma aggiunge che “il silenzio su Pordenone è assordante. Il nostro territorio è il motore di tutto il Friuli Venezia Giulia. Scegliere deliberatamente di ignorarlo è una grave colpa politica. Mi appello affinché il vice presidente Bolzonello si faccia sentire”. Piccin ricorda che “il presidente di Confindustria Squinzi ha denunciato la condizione di estrema difficoltà del Nord, ribadendo che solo la ripresa del Settentrione può salvare il Paese. Con le debite proporzioni, possiamo dire che Pordenone sta al Friuli Venezia Giulia come il Settentrione all’Italia. Serracchiani non può ignorare i numeri. La produttività, le imprese, le risorse arrivano dalla Destra Tagliamento”.Secondo Piccin “Gorizia e Trieste mettono sul tavolo il merito politico di aver fatto vincere Serracchiani. Pordenone e, in misura minore Udine, primeggiano per dati economici. Serracchiani tragga le conclusioni”.Infine, Piccin ricorda che “la gente di Pordenone e del Friuli non invoca assistenzialismo. Reclama lavoro, esortando la politica a mettere l’occupazione al centro dei programmi. Basta regali agli stranieri. Si punti all’azzeramento dell’Irap, a politiche che incentivino l’occupazione, ai bandi a chilometri zero per dare lavoro alle imprese locali, superando il criterio del massimo ribasso, che ha fatto più danni della grandine”.Quanto all’ospedale “il sindaco Pedrotti ha annunciato la firma dell’accordo di programma per l’ospedale in Comina con la revisione del progetto di finanza. I soldi li mette la Regione?” – è la chiosa dell’esponente della Lega Nord.
Elena Bianchi del Movimento 5 Stelle
NON PRENDIAMO PACCHETTI A SCATOLA CHIUSA
“Abbiamo votato contro le linee programmatiche della presidente Serracchiani perché non possiamo prendere il pacchetto a scatola chiusa. Non bisogna mai dimenticare che i nostri elettori ci hanno chiesto di non allearci con gli altri partiti. Voteremo invece provvedimento per provvedimento in linea con il nostro programma”. Commenta così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Elena Bianchi la decisione di non approvare il documento di programma della Giunta guidata da Debora Serracchiani. Programma che presenta molte analogie con quello del MoVimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia. “Il suo programma di governo appare una meraviglia – ha detto Elena Bianchi in Aula rivolgendosi alla presidente Serracchiani. Sembra copiato dal nostro per un abbondante 90%. Non ci importa, e non è rilevante, se questo sia vero o falso. Di sicuro sembra evidente che ci sia concordanza di idee su quali siano i problemi e sul desiderio di dar loro una soluzione”. “Il programma di governo non è altro che un lungo elenco di cose che vorreste fare” ha aggiunto la capogruppo M5S, che ha poi messo in evidenza le sfide difficili che la Regione deve affrontare: un nuovo rapporto Stato-Regione tutto da costruire con la zavorra del patto Tremonti-Tondo, energia e ambiente ancora sottomesse alle logiche di mercato, la burocrazia che opprime la piccola e media impresa, la banda larga ancora un miraggio, cogliere finalmente le opportunità offerte dalla collocazione del Friuli Venezia Giulia nel cuore dell’Europa”. “In diversi interventi – ha aggiunto Elena Bianchi – è stato evidenziato che nelle elezioni amministrative appena concluse l’antipolitica è stata sconfitta. In molti hanno affermato, con sollievo, che ora possiamo cominciare a occuparci insieme delle cose che contano. A tutti vogliamo ricordare che il Movimento 5 Stelle non si considera, e non si è mai considerato, espressione dell’antipolitica ma rappresenta, di fatto, un modo nuovo e diverso di fare Politica (con la P maiuscola). Proprio grazie al MoVimento, temi come i costi della politica, il reddito di cittadinanza, il taglio delle Province, l’ambiente come risorsa, la banda larga come motore di sviluppo, i cittadini al centro della Cosa pubblica sono finalmente diventati trasversali a tutte le forze politiche”. “Noi siamo qui – conclude la capogruppo – per vigilare e contribuire con il nostro impegno affinché, nel corso di questa nuova legislatura, le azioni corrispondano alle bellissime parole spese finora in Consiglio regionale”.
Renzo Tondo del Gruppo Misto
68 OBIETTIVI PROGRAMMATICI PRECISI E CONDIVISIBILI MA NON C’E’ TRACCIA DI MANOVRE PER RAGGIUNGERLI.
Per Renzo Tondo (Gruppo Misto), non si può prescindere dalla realtà in cui stiamo vivendo, dove la crisi non è solo verso i partiti ma anche verso le istituzioni. Il problema è gestire una fase di recessione che impone di riflettere sulle cose che non possiamo più dare, oltre che di generare risorse. Quanto alla relazione e ai 68 impegni programmatici, precisi e circostanziati, molti sono condivisilbili per Tondo, che però evidenzia di non aver trovato traccia delle manovre necessarie per raggiungerli. Faremo un’opposizione costruttiva, i tagli sono necessari ma i costi della politica non sono tutto; sul patto Tondo-Tremonti, complimenti se lo rinegoziate e portate a casa di più, ma prima di dire che è stato un patto scellerato verificate.
Fonte Ufficio Stampa Consiglio Regionale