19/08/2024

LE DOMENICHE
Due esercizi commerciali su dieci risultano sempre chiusi la domenica. Tra quelli che mantengono aperta l’attività, la stragrande maggioranza (72%) lo fa per meno della metà dell’anno. Il 4,5% tiene invece sempre aperto la domenica. Non sussistono particolari differenziazioni a livello di macro tipologia merceologica, ad eccezione degli esercizi alimentari più grandi (supermercati, ipermercati) la cui frequenza di apertura è più intensa. Evidente, al contrario, la distanza nel comportamento degli esercizi commerciali di dimensioni più grandi rispetto a quelli di dimensioni ridotte: il 40% delle aziende fino a 9 addetti non apre mai di domenica.

L’INDAGINE
Considerazioni e statistiche sono emersi in occasione della presentazione dell’indagine congiunturale di Format Research promossa da Confcommercio Fvg nella sede della Regione di Pordenone.

LA LEGGE REGIONALE
La nuova norma proposta dalla Regione Fvg e impugnata dal governo, con riferimento alla chiusura obbligatoria in occasione di dieci festività comandate risulta decisamente apprezzata dagli esercenti con imprese tra i 10 e i 49 addetti (quasi l’85% si dichiara «molto» o «abbastanza» d’accordo), ha fatto sapere il direttore scientifico della società di ricerca Pierluigi Ascani. La percentuale sale al 94,9% per gli esercizi commerciali fino a 9 addetti. Opposta la posizione delle realtà più grandi (più di 49 addetti), oltre la metà delle quali si dice contraria. In generale, le imprese delle province di Udine e di Pordenone sono quelle che mostrano un livello di accordo più elevato.

LA POSIZIONE DI CONFCOMMERCIO
«L’indagine – commenta il presidente regionale di Confcommercio Alberto Marchiori – conferma che la storica posizione della nostra associazione su questo tema esprime la percezione delle imprese. Un numero eccessivo di aperture domenicali non è un fattore di crescita per l’economia. Un accordo su un numero congruo di chiusure sarebbe la soluzione migliore. Dispiace che la grande distribuzione non ne voglia tenere conto per il bene di tutti».

Secondo trimestre 2016: risalgono fiducia, ricavi, occupazione e capacità finanziaria
Indicatori generali
Tasso di fiducia sull’economia italiana: 43 (da 42,5) +0,5
Tasso di fiducia sulla propria attività: 45,7 (da 44,7) +1
Indicatore dei ricavi: 41,8 (da 40,6) +1,2
Indicatore della situazione occupazionale: 35,6 (da 35,3) +0,3
Indicatore della capacità finanziaria: 56,7 (da 55,2) +1,5
Imprese che hanno chiesto un fido: 28,6% (da 28,5%) +0,1%
Imprese che hanno visto accolta la propria richiesta: 47,3% (da 47,2%) +0,1%

FIDUCIA
La prima metà del 2016 fa segnare un leggero incremento del clima di fiducia delle imprese del terziario Fvg (da 42,5 a 43), raggiungendo i massimi da oltre quattro anni e arrivando quasi a sfiorare i livelli precedenti la crisi. Il sentiment delle imprese degli operatori del commercio, del turismo e dei servizi della regione è in miglioramento anche con riferimento alla propria attività (da 44,7 a 45,7).

CONGIUNTURA
Il miglioramento del clima di fiducia è parallelo alla crescita dei ricavi (indicatore da 40,6 a 41,8), ancora in aumento sebbene permangano le difficoltà degli operatori meno strutturati.

PRESSIONE FISCALE
In questo senso, un fattore di ostacolo è rappresentato dalla pressione fiscale, il cui livello non è ancora percepito in diminuzione. Il focus di Format Research evidenzia che per il 59,2% del campione (+1,2% rispetto a marzo) la pressione fiscale, nel biennio 2014-15, ha inciso sulla crescita dell’impresa «più di altri fattori di ostacolo», per il 39,0% «al pari di altri fattori», per l’1,8% «meno di altri fattori».

OCCUPAZIONE
Nei primi mesi del 2016 (l’indicatore sale da 35,3 a 35,6) si registra un aumento del tasso di occupazione in Fvg (da 63,6 a 64,3). Allo stesso tempo, si verifica una lievissima crescita del tasso di disoccupazione (da 6,9 a 7,1), pur confermandosi il netto calo tendenziale (è diminuito quasi il doppio della media Italia rispetto a un anno fa). Il fenomeno è spiegabile con il calo del tasso di inattività (da 31,6 a 30,8): è aumentata difatti la quota di persone alla ricerca di un lavoro, azione che trasforma automaticamente un “inattivo” in “disoccupato”. Il combinato disposto con l’andamento della disoccupazione fa dell’aumento dei “senza lavoro” un dato positivo perché testimonia un senso di ottimismo nella possibilità di trovare lavoro.

JOB ACTS
Al giugno 2016, il 13,0% delle imprese del terziario Fvg, prevalentemente grandi, dei servizi e del turismo, ha utilizzato il Jobs Act. A marzo, la percentuale era del 12,0%. Le imprese che hanno legato le assunzioni 2016 alla presenza del bonus sono pari all’86,1. Di queste il 24,5% effettueranno tutte le nuove assunzioni/trasformazioni nonostante le riduzione del bonus, il 29% lo farà in misura inferiore, il 46,5% non effettuerà nuove assunzioni/trasformazioni. L’ 11,1% delle imprese del terziario ha intenzione di utilizzare il Jobs Act nei prossimi mesi del 2016. A marzo, la percentuale era del 10,6%.

FABBISOGNO FINANZIARIO
Si stabilizza nell’area di espansione l’indicatore relativo al fabbisogno finanziario (da 55,2 a 56,7). La seconda parte dell’anno lascia sperare in un miglioramento ulteriore della situazione, sebbene non ancora ai livelli precedenti la crisi.

CREDITO
Resta stabile la percentuale di imprese che si recano in banca per chiedere un fido o un finanziamento o per rinegoziare un fido o un finanziamento. Sono state il 28,6% nel secondo trimestre 2016 (contro il 28,5% di tre mesi fa). Di queste, il 47,3% ha ricevuto il credito richiesto secondo un ammontare pari o superiore alla domanda, quota sostanzialmente in linea con quella fatta registrare nei primi mesi del 2016.

E-COMMERCE
Il Friuli Venezia Giulia si posiziona al terzo posto tra le regioni per accesso alla rete (69,4%, contro un media italiana del 65,6%, terz’ultimo posto tra i Paesi Ue). Nel 2015 oltre un consumatore su quattro ha utilizzato internet per effettuare acquisti. Anche in questo caso, il Fvg è la terza regione in Italia (dopo Valle d’Aosta e Lombardia). Le imprese Fvg con un sito web sono il 68,3%, quelle che praticano e-commerce il 10,8%, quelle che hanno collegato il sito di e-commerce al remote banking il 3,2%.
Il giro di affari legato agli acquisti online dei consumatori italiani vale circa 19,3 miliardi di euro. L’incremento rispetto al 2015 è di 2,7 miliardi (+17%) e raggiunge la doppia cifra nel differenziale con il 2009 (+10 miliardi).

L’Osservatorio sull’andamento delle imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia è basato su un’indagine continuativa a cadenza trimestrale effettuata su un campione statisticamente rappresentativo dell’universo delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi della regione e delle quattro province (1.536 interviste in totale). L’indagine è stata effettuata dall’Istituto di ricerca Format Research, tramite interviste telefoniche (sistema Cati), nel periodo 20 – 30 giugno 2016.

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