Di Marco Mascioli
L’unica cosa che può venire in mente, osservando quanto accade in Friuli Venezia Giulia, anche confrontandolo con le altre regioni d’Italia, è che possiamo solo migliorare. In compenso sarà facile perché da tanti punti di vista siamo davvero messi male.
Iniziamo dall’inaugurazione della stagione estiva con il colpo d’occhio di migliaia di ombrelloni aperti contemporaneamente la mattina di venerdì 14 maggio, lungo i 130 chilometri di costa della nostra regione: un evento straordinario. Doveva essere un messaggio di ottimismo per la ripartenza, per far sapere ai turisti che il Friuli Venezia Giulia è pronto ad accoglierli, garantendo per tutta l’estate 2021 sicurezza, digitalizzazione ed esperienze. In verità, nel fine settimana, piovve a dirotto, nevicò in montagna, ci furono frane in collina e allagamenti nella bassa, quindi già potremmo parlare di sfortuna.

C’è stata la conferenza stampa con Bini e Brini da Lignano (assessore regionale al turismo il primo e assessore comunale il secondo) che nemmeno si sentivano quando parlavano durante la conferenza sul web, si vedeva malissimo (erano per lo più in ombra) ed è stata brutalmente interrotta senza nemmeno salutare. Però per quanto riguarda la sicurezza dei turisti, pensando alle vaccinazioni anti Covid, nelle altre regioni italiane si opera 24 ore su 24 con appuntamenti anche in piena notte (per chi deve lavorare di giorno) e nel giro di poche ore dalla prenotazione ci si può recare nei centri vaccinali, mentre per i cinquantenni e ora i quarantenni, da noi si può attendere anche tre o quattro settimane. Naturalmente stiamo parlando della prima dose, dato che da noi quello monodose è riservato agli ultra settantenni. Però si fanno applausi scroscianti per i fine settimana vaccinali in Villa Manin a Codroipo o nelle fiere come se si trattasse di eventi eccezionali con medici e personale infermieristico che offre prestazioni volontarie gratuite.

Peraltro dicono che solo qualche settimana dopo la seconda dose ci si può considerare protetti e molti di noi devono ancora riuscire a fare la prima inoculazione, praticamente la stagione forse potrebbe essere considerata sicura solo da agosto in poi, quando avremo conseguito l’immunità di gregge.
L’iniziativa dell’inaugurazione della stagione estiva è stata promossa da PromoTurismoFVG assieme ai 40 gestori degli stabilimenti balneari della regione, che operano nei 66 stabilimenti (39 a Lignano Sabbiadoro, 12 a Grado e 15 nel golfo di Trieste), 43 dei quali offrono ad oggi (12 sono new entry) il servizio di booking on line sul sito www.marefvg.com.
Staremo a vedere quanti prenoteranno e poi si presenteranno in una regione italiana come il Friuli Venezia Giulia che, non appena cambiano le cose nei reparti di terapia intensiva degli ospedali oppure se andassero a fare i tamponi solo quelli che sono positivi, rischiamo di tornare in zona rossa con ristoranti, negozi, stabilimenti, ristoranti, pizzerie e tutto il resto chiusi, senza la possibilità di trovare nemmeno un vespasiano per farla, dato che nei locali pubblici non si può entrare e soffermarsi. Con il coprifuoco alle 23 o magari a mezzanotte. Se il tempo sarà brutto si potrà andare a cena anche al ristorante, all’interno, ma solo dal 1° giugno. Dal 15 giugno potremo partecipare ai matrimoni con la Green Pass oppure andare in fiera, a congressi e parchi tematici. Solo dal 1° luglio si potrà andare in una piscina coperta, alle terme o a vedere una competizione sportiva nel palazzetto.

Ci sarà qualche straniero che vorrà venire in vacanza in Friuli Venezia Giulia, ma probabilmente si tratterà di incoscienti che non sono stati informati della situazione. Altrimenti potrebbero fare come lo scorso anno quando aprirono tutto senza limiti e il giorno dopo ferragosto decisero di chiudere le attività del ballo sia all’aperto sia al chiuso, con tutti i locali destinati all’intrattenimento, ma anche lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive e altri luoghi aperti al pubblico nei quali non si poteva effettuare attività ricreativa. Ancor peggio potremmo vedere l’esempio della Sardegna che dopo qualche giorno in zona bianca è tornata subito in zona rossa con le limitazioni del caso. Obbligheremo gli ospiti stranieri ad abbronzarsi con la mascherina? Limiteremo il turismo ai pensionati cui offrire da dormire, mangiare, bere e sfilate in maschera (FFP2 o similari)? Daremo il via liberà ai “Vucumprà” e ai “Coccobello-coccofresco” di circolare per le spiagge a vendere tamponi molecolari?

Forse sarebbe opportuno cominciare a raccontare la verità in maniera completa ed esaustiva, perché se dopo tutto quello che abbiamo visto negli anni precedenti, con la fuga verso le coste croate e le altre destinazioni molto più economiche delle nostre e i DPCM del 2020 tipo caffè al banco fino alle 11 del mattino e tutte le altre insensate limitazioni che probabilmente oggi non rispetterebbe più nessuno perché troppo stanchi e stufi.
Per il settore turistico non è finita perché grazie alla situazione economica attuale, il personale non ha nessuna credibilità presso gli istituti di credito, mentre davanti alle telecamere gli albergatori e i ristoratori lamentano difficoltà nel trovare personale, ma agli stagionali vengono proposti contratti che neppure in tempo di schiavitù si consideravano accettabili (poche ore a settimana senza alloggio e senza vitto). Praticamente, se va bene, vai a lavorare per l’economia circolare… quello che guadagni, spendi.