Il silenzio della regione Friuli Venezia Giulia sul progetto RuNe (Rural Network) porterà a mancare un’occasione unica per servire con la banda ultralarga i territori regionali altrimenti destinati a rimanerne privi.
” La Regione dice di non avere ricevuto nessuna richiesta formale da parte di soggetti privati per questo progetto quando, in realtà, sono mesi che mandiamo documentazione, mail e richieste di incontri per definire obiettivi e modalità operative”, afferma senza mezzi termini Michele Petrazzo, vice presidente e direttore tecnico di Inasset, società friulana con un Data center a Pasian di Prato tra i più importanti d’Italia, nata da un’idea dell’imprenditore carnico Michele Cella. Inasset è stata individuata dalla Banca Mondiale come società con capacità tecniche progettuali ed operative per far parte della compagine societaria incaricata della realizzazione del progetto RuNe per il Friuli Venezia Giulia.
Regione FVG, Slovenia e parte della Croazia hanno presentato singoli progetti di copertura banda ultralarga per le Aree Rurali (zone bianche) per rispettare gli obiettivi EU2020 – COM(2010)245 – Questi progetti sono poi stati riuniti da RuNe, Società di diritto europeo, come prima ed unica soluzione transfrontaliera europea di banda larga presentata e pre-approvata dalla Commissione Europea.
Finanziato attraverso il piano Juncker dalla Banca Mondiale, il progetto RuNe prevede la costituzione di una società privata che utilizzi un fondo, che per il FVG ammonta a circa 230 milioni di euro, per portare il servizio Fiber to the Home (quindi la fibra dentro gli edifici)nel 60% del territorio oggi non coperto dalla larga banda.
Nel 2015 la Banca Mondiale ha individuato Inasset, come società referente per portare all’attenzione della Regione prima e del Ministero dello Sviluppo Economico poi, questo innovativo ed unico progetto di FTTH a livello europeo.
Per essere avviato, il progetto prevede l’ok da parte della Regione, non in termini di investimenti ma solo come avvallo politico e messa a disposizione delle dorsali fibra realizzate con il progetto Ermes. La Banca Mondiale agirebbe poi anche come consulente esterno per garantire tempi certi nella progettazione e realizzazione di RuNe.
Senza cogliere l’ opportunità irripetibile del progetto RuNe arriveremo al 2020 con solo il 32 per cento della regione provvisto di banda larga mentre il restante 67,7 per cento ne verrà escluso, compresa la montagna friulana. RuNe -precisa Petrazzo- non si sostituisce al progetto regionale Ermes,che porta la fibra negli edifici pubblici e poi affida a privati il servizio verso i cittadini, ma garantisce la fibra nelle zone dove Stato e Regione non hanno previsto la banda ultra larga. Se da una parte la Regione Friuli Venezia GIulia rimane in silenzio e non si degna di rispondere ad Inasset, dall’altra il progetto RuNe va tranquillamente avanti in Slovenia e Croazia.
ulteriori info all’indirizzo www.progettorune.it