19/08/2024

Una colossale e sistematica frode all’IVA per un importo di 130 milioni su un giro di fatture pari a quasi un mnilisardo di euro è stata portata in luce dalla Guardia di Finanza di Vicenza, in collaborazione con numerosi Reparti del Corpo sul territorio nazionale e con le Polizie di 5 Paesi esteri.

Le indagini, coordinate dalla dott.ssa Barbara De Munari, Sostituto Procuratore della Repubblica, sono state condotte, fin dal 2013, dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza mediante un imponente sforzo investigativo, utilizzando anche speciali software d’indagine, che ha visto impegnato decine di militari in attività di intercettazione telefonica (quasi 75 mila le conversazioni ascoltate) e telematica, di perquisizioni e di pedinamenti su tutto il territorio nazionale nonché di riscontri documentali mediante l’esecuzione di numerose verifiche fiscali, nei confronti di ben 218 indagati, praticamente tutti di nazionalità italiana (infatti, solo un denunciato è straniero – un serbo – peraltro residente da anni a Vicenza).

Sono state eseguite 18 misure di custodia cautelare in carcere e a 11 arresti domiciliari.

Le indagini hanno evidenziato un complesso intreccio di società (in tutto 180), sia nazionali (145, in gran parte con sede in Milano e Roma, delle quali 76 “cartiere” e 69 “filtri”/”broker”, quest’ultimi costituiti da 15 “filtri puri” e da 54 società invece effettivamente esistenti ed operative, nonché dotate di una reale struttura organizzativa e di dipendenti) e di società estere (35 “conduit” di 15 Paesi comunitari: 4 in Austria, 4 a Malta, 4 in Repubblica Ceca, 4 in Slovacchia, 3 in Polonia, 2 in Belgio, 2 in Bulgaria, 2 in Croazia, 2 in Germania, 2 in Romania, 1 Cipro, 1 in Gran Bretagna, 1 in Irlanda, 1 in Lettonia e 1 nei Paesi Bassi) strumentalmente utilizzate per non versare all’Erario.

Il sistema criminale ha apportato ingegnose varianti alla classica frode carosello, allo scopo di rendere più difficoltosa l’individuazione della rete di società utilizzatrici delle fatture false.

Pertanto, la merce – che già si trovava nel territorio italiano, veniva ceduta, molto spesso solo cartolarmente, in regime di reverse charge (cioè in sospensione d’imposta), a un’azienda comunitaria, la quale rivendeva (sempre in reverse charge e sempre solo mediante trasferimenti meramente cartolari) alla società “cartiera” italiana.

Quest’ultima cedeva ulteriormente la merce (questa volta con IVA e “sottocosto”) a una o più società “filtro”, le quali – infine – la rivendevano al beneficiario finale della frode. Da tale circuito, conseguiva che la “cartiera” (o “missing trader”), nel breve volgere di pochi mesi, maturava un ingente debito IVA (quella riscossa nel momento della cessione alle società “filtro”) che però non versava.

La sede della società veniva, quindi, dapprima trasferita in una grande metropoli (Roma o Milano) e, conclusivamente, allocata all’estero dove veniva “rottamata” lasciando dietro di sé un cospicuo debito tributario non più esigibile e l’impossibilità di dichiararne il fallimento.

Le varianti al sistema classico prevedevano l’interposizione di più “conduit”, sedenti anche in Paesi differenti, e l’ingegnosa eliminazione della figura della “cartiera”, sostituita da un “filtro”.

Sul territorio nazionale, le operazioni di esecuzione delle misure cautelari si stanno svolgendo, oltre che nella provincia di Vicenza,nella quale risiedono i principali artefici della frode e dove i sodali si riunivano per assumere le decisioni più importanti,ed anche nelle province di Catania, Cremona, Ragusa, Roma, Bergamo, Cosenza, Brindisi, Biella, Milano, Napoli, Pescara, Varese, Udine, Alessandria, Parma, Verona e Treviso.

È inoltre da anni strettissima la collaborazione con la Polizia Cantonale del Ticino, che sta eseguendo la misura nei confronti di uno degli organizzatori delle frodi: un italiano di Chieti stabilmente residente in Svizzera. Sono state attivate anche le Autorità slovene, croate, britanniche e statunitensi perché provvedano al rintraccio e all’arresto di cittadini italiani coinvolti a vario titolo nell’organizzazione criminale che da tempo risiedono in quei Paesi.

Share Button

Comments are closed.