Il Comitato spontaneo “Salviamo viale Venezia”, sorto a Udine per contrastare l’avvio della costruzione di rotonde stradali con il conseguente abbattimento di alcuni alberi in una delle principali vie di accesso alla città di Udine, apre un altro fronte di attacco all’amministrazione cittadina, accusata di una nuova operazione anti-verde e anti-natura, questa volta sul colle del castello, dove verrebbero tagliati alberi nè pericolosi, né malati ma che non consentono di guardare il panorama. Tutto ciò con l’avallo della Soprintendenza che, insieme il comune, il Comitato vuole chiamare a rispondere della sue responsabilità, sia attraverso una raccolta di firme che un possibile esposto in procura e Corte dei Conti con l’ipotesi di reato di ‘spreco di denaro pubblico’. “39 mila euro per togliere alberi che ostacolano l’estetica sono un insulto di per sé e come motivazione”, sottolinea il Comitato.
Pronta la risposta del Sindaco di Udine, Piero Fontanini che definisce incomprensibile il polverone che alcuni hanno voluto alzare alla notizia del taglio di alcuni alberi e cespugli cresciuti spontaneamente sul colle del castello e non tutelati dalla soprintendenza.
“Se la logica – prosegue in Primo Cittadino – è quella per cui le piante non vanno in nessun caso toccate allora possiamo chiudere definitivamente l’ufficio del verde pubblico e smettere di fare manutenzione. Già in passato, quando si è trattato del rifacimento di marciapiedi completamente dissestati a causa delle radici degli alberi, e quindi della sicurezza del pedoni, abbiamo assistito ad alzate di scudi di questo genere”.Nel precisare che il progetto di manutenzione del verde sul castello risale ad almeno un anno fa, il sindaco della città invita tutti a non fasciarsi la testa al solo sentir parlare di piante ma ” a guardare alla situazione nel suo complesso, si parli di marciapiedi o della valorizzazione del nostro più importante e simbolico monumento. Evitare che la facciata del Castello sia coperta dalla vegetazione spontanea o che chi arriva in città percepisca un senso di trascuratezza dovrebbe forse avere la priorità sulla salvaguardia di qualche cespuglio di oleandro cresciuto nei decenni a causa dell’assenza di interventi di pulizia degli spazi pubblici”.
Nel botta e risposta intervengono anche il vice sindaco Michelini e l’assessore Fabrizio Cigolot, che affida ad una lettera aperta il suo punto di vista…
di Fabrizio Cigolot
Assessore alla cultura del Comune di Udine
Quando nell’aprile di due anni fa la città ha deciso di cambiare governo ha premiato il candidato sindaco e la coalizione che avevano proposto come espressione comunicativa dominante le parole ‘Udine rialzati!’.
Le vie, i marciapiedi, anche il Castello erano davvero messi male.
Il disegno – preciso e lucido – proposto dal centro-destra, quello di fare di Udine una città di nuovo sicura, curata ed attraente, si sta, dunque, sviluppando con azioni concrete: c’è una strategia e c’è un coerente impegno amministrativo, nel rispetto dei ruoli e delle regole.
Il Castello, per questa Amministrazione, non è solo un patrimonio storico-culturale, è il ‘biglietto da visita’ della città, che la qualifica e la rappresenta.
Grazie all’intervento dell’ingegner Benedetti e delle industrie Danieli – verso il quale non saranno mai sprecate le parole di ringraziamento per il generosissimo contributo offerto – questo monumento simbolo della friulanità avrà un nuovo volto esterno, dopo più di quarant’anni.
Al suo interno, nel frattempo, i conservatori dei civici musei – che pure vanno encomiati per il loro qualificato lavoro – hanno rinnovato ed arricchito il volto della galleria d’arte antica e del museo friulano della fotografia.
Non solo, grazie al progetto ‘Look Up’ – da noi proposto ed accolto dal programma europeo Interreg Italia-Austria – si sono trovate le risorse per finanziare l’illuminazione del percorso pedonale che sale da piazza Primo Maggio, ed entro breve si darà corso anche alla realizzazione del progetto d’accesso con un ascensore da vicolo Sottomonte, da tempo fermo, e del percorso pedonale su Riva Bartolini.
Un sentiero nel verde, che attraverserà il percorso pedonale adiacente al lapidario, che pure sarà oggetto di riqualificazione, e che servirà anche di supporto agli eventi estivi che tradizionalmente ospita il piazzale.
Né va dimenticato lo sforzo importantissimo della Curia Arcivescovile di Udine che, sotto la direzione della Soprintendenza regionale dei beni culturali e del paesaggio, sta completando i lavori de restauro degli affreschi del catino absidale della Chiesa di Santa Maria in Castello, anche con interventi di messa in sicurezza.
C’è, dunque, un piano d’intervento preciso ed ampio che riguarda il Castello e che coinvolge – verrebbe da dire, ovviamente – la gestione del verde.
Il colle è il giardino del Castello e come ogni giardino va curato: se questa cura ci fosse stata in passato certamente oggi non saremmo qui a parlarne.
L’intervento proposto dai tecnici del settore – che vanno apprezzati per il rigore dimostrato – non tocca piante secolari, non abbatte alberi monumentali, non interessa essenze di pregio, ma ha l’obiettivo solo di “governare lo sviluppo di alcune essenze che, con il trascorrere del tempo, sono cresciute e in parte hanno snaturato le caratteristiche ambientali ed architettoniche del sito più importante della città storica”.
Un progetto ragionato che si sviluppa anche tenendo conto degli alberi in precario stato di salute e prevede la messa a dimora di nuove alberature.
Ci sono motivi funzionali, dunque, ma anche estetici che, se per qualcuno non contano, io sono convinto che vadano parimenti tenuti in considerazione.
Perché nessuno credo lasci il proprio giardino crescere spontaneamente e perché – non servirebbe dirlo – è il bello che attira, non certo il disordine. Ed è questo anche il motivo per cui non si ricordano vedute storiche del colle e del Castello coperti da vegetazione.
Spero che si vogliano considerare queste osservazioni, proposte al solo scopo di fare chiarezza sull’azione svolta che – vorrei precisare – trova posto nei documenti finanziari e di programma adottati dal Consiglio e dalla Giunta, nel rispetto delle proprie attribuzioni, e non costituisce alcuna forzatura in un periodo già tanto difficile per tutti.
“Il colle del Castello sta ospitando un enorme patrimonio di verde che raggruppa piante ornamentali, siepi e sottobosco, centinaia di alberature di diverse varietà che hanno trovato dimora anche e soprattutto spontaneamente”, dichiara il Vicesindaco Loris Michelini durante un sopralluogo al Castello di Udine effettuato nella giornata di oggi.
“Nonostante l’encomiabile lavoro da parte degli Uffici del Verde Pubblico – ha proseguito – la manutenzione negli ultimi decenni non ha potuto far fronte alla continua espansione naturale segnalata all’Amministrazione più volte e, in alcuni casi, sottolineando la precarietà di alberature che con il cambio climatico pregiudicano anche la sicurezza”.
“A quanti sostengono che non esista una progettualità, faccio notare che il progetto complessivo, strutturato in svariati interventi, ha due finalità. La prima è quella di procedere in un’opera di manutenzione come in tutti i giardini ed aree verdi al fine di evitare il sovraffollamento di varie tipologie di piante che vadano a pregiudicare il normale equilibrio complessivo del terreno, che in questo caso è obliquo e ciò rappresenta un rischio per l’incolumità dei cittadini e proprio per questo abbiamo deciso di porvi rimedio”.
“La seconda è quella di garantire la sicurezza di chi andrà a percorrere i tanti sentieri e percorsi pedonali che verranno rimessi in funzione con l’illuminazione, come da progetto europeo condiviso anche con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e collegati sia con la Biblioteca attraverso il passaggio lapideo con la Biblioteca dei ragazzi e l’ascensore che giungerà proprio accanto all’abete e alle palme (che verranno ripiantate in luogo idoneo), sia con piazza Primo Maggio attraverso percorso illuminato e l’impianto di risalita meccanica”.
“Non dimentichiamoci inoltre che sono in corso oltre cinquecento nuove piantumazioni, oltre a quelle che sono già avvenute per esempio al Parco del Cormor e in altre aree verdi. Entro il 2021 saranno piantate un totale di mille piante, perché questa è la volontà dell’Amministrazione. È a causa della mancata manutenzione che oggi si rende necessario questo intervento e non possiamo rischiare di mettere a repentaglio l’incolumità dei cittadini. Non è nostra intenzione, come hanno fatto certi in questi anni, chiudere gli occhi e non intervenire per paura di destare la sensibilità di qualcuno. Le polemiche e la gattopardesca volontà di cambiare tutto perché nulla cambi non ci appartiene”, conclude Michelini.