12/09/2024

“Il Friuli Venezia Giulia è tra le poche regioni in Italia ad aver istituito una legge, in vigore dal 2005, per dare sostegno e aiuto a tutti i lavoratori che si trovano a vivere situazioni di disagio e di vessazione nei luoghi di lavoro. Offriamo ai cittadini un servizio gratuito attraverso i centri di prevenzione operanti nelle quattro ex Province. La loro attività è fondamentale non solo per dare risposte concrete sul tema dell’antimobbing, ma anche per dare una fotografia sulla qualità del lavoro in regione”.

Lo ha affermato recentemente  a Trieste l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen in occasione della presentazione dei dati degli sportelli di ascolto antimobbing di Gorizia, Udine, Pordenone e Trieste (quest’ultimo riaperto recentemente grazie all’impegno della Regione) relativi al primo semestre 2023. Uno strumento con cui, come ha sottolineato la rappresentante della Giunta, “viene dato supporto ogni anno a migliaia di lavoratori, accompagnandoli con metodo standardizzato nel superare il disagio derivante da fenomeni poco gradevoli che possono verificarsi nei luoghi di lavoro”.

I punti di ascolto, forniscono consulenze mirate per verificare l’eventuale sussistenza di una situazione di malessere psicofisica del lavoratore e per suggerire strategie di difesa per la risoluzione o il contenimento della situazione gravosa. Altra attività principale è l’azione sul territorio volta a creare delle buone prassi lavorative, attraverso conferenze pubbliche gratuite mirate ad accrescere la consapevolezza dei lavoratori rispetto a ciò che stanno vivendo sul posto di lavoro.

L’assessore Rosolen durante l’illustrazione dei dati 2023 presentati dagli sportelli di ascolto antimobbing regionali

Dai numeri presentati, è emerso che le persone che si rivolgono agli sportelli di ascolto sono in prevalenza donne (circa il 70 percento), con un’età superiore ai 50 anni (tra il 40 e il 50 percento; seguono i lavoratori di età compresa tra i 41 e 50 anni), un contratto di lavoro a tempo indeterminato (circa il 90 percento) e operanti nel settore privato (circa il 70 percento). Tutti questi dati percentuali risultano in lieve aumento rispetto al primo semestre del 2022.

Tra le principali cause a provocare le situazioni di disagio risaltano i mutamenti aziendali (circa il 40 percento) e, a seguire, fattori socio-anagrafici e richieste della persona. Le tipologie di vessazioni rilevate riguardano principalmente umiliazioni e critiche, ma anche marginalizzazione, eccesso di controllo, assegnazioni di compiti eccessivamente gravosi o, al contrario, demansionamenti.

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