Da lunedì 16 maggio, alle 18, nel castello di Gorizia, immagini inedite degli eventi accaduti 100 anni fa Romoli: “vuole essere un tributo al sacrificio di tante persone per Gorizia italiana”
Il 9 agosto 2016 ricorre il centenario dell’entrata in forze delle truppe italiane a Gorizia. Dopo cinque giorni di battaglia sul Sabotino, sul Calvario e sul San Michele i resti della 58ª divisione di fanteria austriaca furono costretti a ritirarsi su una nuova linea difensiva posta ad est della città.
Fu per il Regio Esercito Italiano una grande vittoria, ben preparata e condotta. La conquista di Gorizia rimase di fatto uno dei momenti più significativi nella storia del conflitto italo austriaco, se non a livello globale di tutto il conflitto mondiale 1914-18.
il Comune di Gorizia, in collaborazione con l’associazione “ISONZO-gruppo di ricerca storica” e il supporto della Fondazione Carigo, ha realizzato una mostra che, attraverso fotografie, documenti e oggettistica d’epoca, richiama i fatti bellici e spiega come l’evento ebbe risonanza a livello propagandistico, illustrativo e divulgativo negli stati coinvolti nel conflitto.
La mostra, presentata in municipio, alla presenza del sindaco, Ettore Romoli, del presidente dell’associazione Isonzo, Bruno Pascoli e della direttrice del castello, Emanuela Uccello, sarà inaugurata lunedì 16 maggio, alle ore 18, nel castello di Gorizia e rimarrà aperta fino al 30 novembre.
“Questa iniziativa- ha rimarcato Romoli- vuole essere un tributo al grande sacrificio consumatosi su queste terre per Gorizia italiana”.
La rassegna sarà suddivisa in varie sezioni, dai preparativi attuati con maestria e segretezza, alla sesta battaglia dell’Isonzo, dal 4 al 16 agosto 1916, suddivisa in due fasi ben distinte, una dell’ avanzata italiana e la seconda di arresto sulla nuova linea di fronte.
Seguirà, quindi un segmento dedicato al sottotenente Aurelio Baruzzi ed alla sua temeraria impresa che gli valse la medaglia d’oro: con pochi soldati giocando di sorpresa, fece prigionieri più di 200 austriaci compresi i loro ufficiali e, subito dopo, era martedì 8 agosto 1916, il 19enne soldato romano, piantava per primo il tricolore d’Italia sulla stazione ferroviaria di Gorizia a compimento di un sogno atteso da 14 mesi nelle trincee.
Di seguito viene trattata la figura di Vittorio Locchi, il letterato che seppe riassumere poeticamente nella sua opera principale, “La sagra di Santa Gorizia”, i fatti d’arme della 12ª divisione di fanteria, che per prima entrò in Gorizia.
Un ampio approfondimento è dedicato alla carta stampata ed alla propaganda d’epoca. Giornali e periodici illustrati non solo italiani ma anche francesi, inglesi, americani e austriaci vengono sinteticamente analizzati per lo spazio, ed i contenuti, che riservarono all’evento della presa di Gorizia.
Analogamente viene richiamato il ruolo della cartolina illustrata che prepotentemente divenne un ulteriore veicolo di diffusione dell’immagine della città conquistata.
A Gorizia italiana è dedicata un’ampia sezione fotografica, per di più di origine privata e inedita, con la quale il visitatore potrà capire e rivivere lo stato in cui versava Gorizia, una città martirizzata dagli eventi bellici.
Una parte della mostra è rivolta pure agli artisti che seppero e vollero, anche per esperienza personale, illustrare gli eventi bellici ed in particolare la battaglia per Gorizia. Artisti sia italiani come il Brass, il Sartorio, il Marussig, sia austriaci come il Pamberger e l’Assmann che videro “dal vivo” la guerra a Gorizia e seppero riprodurla con varie tecniche artistiche.
La mostra chiude con un appendice con la quale si ricorda la morte dell’imperatore Francesco Giuseppe avvenuta il 21 novembre 1916, e la salita al trono della duplice monarchia di Carlo, l’ultimo regnante del casato.