Ci sono foto che diventano subito icone, di un’epoca, di un sentimento, di un ideale. Una di queste è l’ultima foto scattata a Falcone e Borsellino insieme, il 27 marzo 1992, sorridenti e quasi complici mentre si bisbigliano all’orecchio. Fu l’obiettivo di Tony Gentile a cogliere quel momento che li ritrae nella loro profonda umanità di due servitori dello stato e della legalità, sicuramente consci dei pericoli cui andavano incontro, ma che non si aspettavano di diventare degli eroi.
Oggi sono tali per noi, al sud come al nord, e lo sono per diverse generazioni: dai cittadini palermitani che la stamparono su migliaia di lenzuoli bianchi appesi alle loro finestre dopo Capaci e dopo via D’Amelio ai giovanissimi membri del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Porcia, che hanno voluto intitolare la loro sede ai due giudici, suggellando la dedica con un mosaico riproducente la celebre foto commissionato alla Scuola mosaicisti di Spilimbergo, attualmente in lavorazione.
E dallo stesso stimolo del Consiglio dei ragazzi, seguito dalla tutor Lucia Tomasi, responsabile del Servizio affari generali del Comune di Porcia, è partita l’idea di allestire una mostra che sotto il titolo “La guerra. Una storia siciliana” raccoglie una quarantina di scatti realizzati in Sicilia da Tony Gentile che, come sottolinea il curatore Giuseppe Prode, coniugano fotografia e memoria.
La mostra è allestita per iniziativa di Comune di Porcia e Comune di Pordenone, grazie alla collaborazione dei rispettivi assessorati alla cultura retti da Roberto Calabretto e Pietro Tropeano, col sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, negli Spazi Espositivi di Corso Garibaldi a Pordenone dal 9 dicembre (inaugurazione alle 17) fino al 14 gennaio, con ingresso libero.
Un percorso nel quale Tony Gentile racconta il quotidiano di una città, Palermo, e di un’isola piena di contraddizioni: vita di strada, politica, omicidi, fino alla testimonianza diretta e inconsapevole di una guerra non dichiarata. Ma anche di una vita che scorre e colta nei momenti più diversi, intimi e divertenti.
Un racconto che tratteggia – passo dopo passo – lo scorrere di una città e dei suoi abitanti che dal 1989 al 1996 hanno vissuto una realtà di sconvolgimenti politici, di violenza e di stragi, ma anche di reazione e rabbia della società civile e dello Stato contro la straripante violenza. I fotogrammi, messi insieme uno dopo l’altro a distanza di 25 anni, ricostruiscono un piccolo frammento di storia del nostro Paese quando Palermo fu il campo di battaglia di una guerra non dichiarata pubblicamente, ma tangibile, e ogni cittadino una potenziale vittima.
Era una guerra di mafia, tra le mafie di Corleone e di Palermo, ed era guerra alla mafia, che per la prima volta veniva nominata. Una testimonianza importante che permette soprattutto alle nuove generazioni di conoscere fatti e personaggi la cui conoscenza dovrebbe essere corredo fondamentale per i giovani.
La mostra nasce da un libro – pubblicato da Postcart nel 2015 e premiato nel 2016 come miglior libro dell’anno dal GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionali) nell’ambito del Premio Amilcare Ponchielli – che porta lo stesso titolo: esso raccoglie le foto di strada di un fotoreporter che nei suoi primi anni di gavetta inciampò nella Storia, quella vera, quella grande.
Feste di paese, e morti ammazzati. L’occhio di Gentile ha visto tutto: i funerali di Sciascia, il maxi processo e i comizi di Craxi; la faccia di Andreotti e la solitudine – profetica – di Falcone ai funerali di Livatino, il giudice ragazzino, macchine bruciate e crateri sulle strade.
Nel libro anche un racconto di Davide Enia, attore e drammaturgo, palermitano come Gentile, che in quegli anni era un ragazzino e racconta la Palermo degli anni Novanta, vista coi suoi occhi alla vigilia delle stragi di mafia che squarciarono il paese e segnarono in modo indelebile l’anima della città: lo si potrà ascoltare inquadrando col cellulare un apposito Qr code.
Altro contenuto multimediale messo a disposizione dei visitatori con la stessa tecnologia sarà il video “Con i miei occhi”, che racconta come è nato il progetto “La guerra. Una storia siciliana”; in mostra anche un estratto dall’ultima puntata dell’edizione 2016 della trasmissione I dieci comandamenti di Rai 3 – a cura di Domenico Iannacone – dedicata a Tony Gentile.