01/11/2024

Per la prima volta l’Italia si presenta in grandi forze a ICFF, fiera che nel 2015 ha visto gravitare sui 15 mila metri quadrati di superficie 700 espositori e oltre 33 mila visitatori professionali da 30 Paesi del mondo.

Nello stand FVG e’ stato presentato il marchio Valitalia, che tiene insieme per la prima volta quasi sessanta produttori che affrontano uniti la conquista del mercato statunitense: un salto di qualità autentico.

Non una forbice qualunque quella con cui la presidente della Regione Debora Serracchiani ha tagliato il
nastro dello stand
alla fiera ICFF- International contermporary furniture fair di New York, la principale vetrina del Nord America per il mercato del design contemporaneo del Nord America.
La forbice è il prodotto di alto artigianato “forgiato” in una delle imprese centenarie del distretto del Coltello di Maniago.

Lo stand è stato allestito dalla Camera di Commercio di Pordenone, in sinergia con gli altri enti camerali. I mobili rappresentano la terza voce di esportazione regionale verso gli Usa, dopo le navi e le macchine per gli impieghi speciali.

Grande è l’interesse suscitato dai prodotti agroalimentari e della filiera lunga del vino del Friuli Venezia
Giulia negli Stati Uniti
, dove è in corso il mese dedicato alla promozione dell’agroalimentare della nostra regione presso gli Eataly store di New York City e di Chicago, con ben 58 aziende regionali presenti. Negozi che sono frequentati mediamente da 150 mila visitatori alla settimana, di cui 100 mila nella “grande mela” e 50 mila a Chicago.

Nel punto vendita delle eccellenze italiane nella più grande città dell’Illinois si è appena conclusa la settimana dedicata al prosciutto di San Daniele. Il primo dato, relativo al consumo dell’affettato principe dell’agroalimentare friulano, è decisamente incoraggiante: nei sette giorni di promozione le vendite hanno raggiunto i 140 kg, a fronte di una media settimanale che abitualmente si attestava sui 30 chili;

A Chicago si sono anche tenute degustazioni mirate, con le ricette tradizionali di Lidia Bastianich, la nota cuoca,
scrittrice e conduttrice televisiva originaria di Pola e naturalizzata statunitense: tra esse il tradizionale frico,
rigorosamente di formaggio Montasio, e le “ofelle’, il classico raviolo triestino.

Secondo l’assessore Shaurli si cominciano dunque a vedere i risultati concreti dell’iniziativa ideata dalla Regione tramite l’ERSA ed insieme alle Camere di Commercio per promuovere le eccellenze del Friuli Venezia Giulia in uno dei mercati, quello americano, con il maggior trend di crescita

L’EXPORT NEL SUO COMPLESSO. «Nel 2015 le esportazioni hanno raggiunto quasi 1,5 miliardi di euro (1,444), con un incremento del 28,6% rispetto al 2014, superiore anche al dato nazionale medio (+21%)». Complessivamente l’export del Friuli Venezia Giulia pesa per il 4% sul totale oltre oceano ed è costituito quasi esclusivamente da prodotti delle attività manifatturiere. La voce di esportazione principale è legata al settore navale (56,2%) per un controvalore di oltre 810 milioni di euro e un incremento del 55% rispetto al 2014. Seguono le “macchine per impieghi speciali” (del 6,1%) e “Legno-arredo (5,8%). La meccanica avoca a sé il 22% delle esportazioni mentre i prodotti agroalimentari sfiorano il 5%.

LEGNO-ARREDO. Nel 2015 l’export ha raggiunto gli 84 milioni di euro, con un incremento del 42% rispetto al 2014. Il saldo commerciale è positivo (82 milioni). Rispetto all’Italia, il FVG pesa per il 9% del totale Italia. Tra le province italiane con più alto valore di esportazioni di questi beni negli Stati Uniti, Udine è al 4° posto, Pordenone al 10°. la provincia di Udine si posiziona al quarto posto e quella di Pordenone al decimo fra le province italiane con più alto valore di esportazioni di questi beni nel mercato statunitense (la prima è Treviso).

AGROALIMENTARE. Nel 2015 sono stati esportati negli Usa prodotti per 70 milioni di euro. Il saldo commerciale è nettamente a favore nostro, considerando che la nostra regione importa per solo 424 mila euro. L’andamento è risultato molto positivo registrando un incremento del 23,6% rispetto al 2014 e, complessivamente, del 30% nell’ultimo biennio. La voce relativa alle bevande (vini, birra, acque minerali) costituisce il 43% del totale esportato (29,5 milioni di euro) mentre i prodotti alimentari (caffè, prodotti da forno, prodotti della carne, prodotti caseari, ecc.) il 57% (39,5 milioni di euro). Le esportazioni di prodotti agroalimentari del FVG verso gli USA rappresentano il 2% del totale nazionale. Le esportazioni di bevande rappresenta l’1,8% del totale nazionale. L’export alimentare costituisce il 2,1% del complessivo nazionale; una quota significativa è rappresentata dal caffè di Trieste.

Debora Serracchiani, rispondendo alla stampa di New York, ha ricordato come nel legno arredo i distretti del mobile del FVG, soprattutto quelli delle provincie di Udine e Pordenone, sono sempre stati molto forti: hanno risentito della crisi, ma in questo contesto di sfida si sono rafforzate le imprese migliori. La capacità che hanno avuto di leggere i mercati internazionali ha permesso uno sviluppo notevolissimo nel 2015 e questo è il segnale migliore per dimostrare che stiamo cercando di proporci con prodotti sempre di maggiore qualità.

In merito alla tutela del made in Italy la presidente ha ribadito che è sempre più importante. Lo è con tutta evidenza
nell’agroalimentare, ma anche nell’arredo design.

Per questo occorre investire in registrazione di marchi e brevetti, tutelare i prodotti di provenienza geografica certa e procedere nella certificazione di qualità delle nostre filiere. Ad esempio, questo è fondamentale nel settore del lattiero caseario dove la tracciabilita’ è necessaria dall’inizio del processo sino al prodotto finito.

In questo senso Serracchiani ha auspicato anche dall’Europa maggiori tutele attraverso l’etichettatura, ricordando di aver recentemente sottoscritto il manifesto di Coldiretti per l’etichettatura dei prodotti, in quanto l’Italia non può rinunciare agli elevati standard di qualità raggiunti nell’agroalimentare. La domanda di qualità cresce ovunque, anche in mercati dalle grandi potenzialità come gli Usa, dove sono sempre più apprezzati i prodotti Made in Italy.

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