11/09/2024

Un sistema fieristico unico e coeso che possa rappresentare adeguatamente tutte le realtà specifiche del Friuli Venezia Giulia. Un soggetto che, passando non necessariamente attraverso una fusione ma con la Regione Fvg incaricata di accompagnare l’operazione, semplificandola e snellendola, entro sei mesi sia in grado di gettare le basi per un futuro basato sulle eccellenze e sulle esperienze territoriali già esistenti, tutelando l’occupazione, aprendosi anche al bacino dell’intrattenimento e dei servizi, nonché regalando una preziosa vetrina alle imprese locali.

Questa la visione generale, condivisa in maniera trasversale da tutti gli intervenuti con piccole differenze di vedute solo a livello strettamente operativo, emersa   a Trieste durante i lavori della II Commissione consiliare sullo stato di fatto e il futuro del comparto fieristico regionale.

La Giunta Fvg ha ribadito di voler accompagnare e velocizzare il processo di valorizzazione del comparto senza dimenticarsi dei singoli territori,   i soci di riferimento delle delle Spa attuali hanno i titoli per stabilire le strategie di sviluppo che, in seguito, saranno amministratori delegati e amministratori unici a portare avanti, assecondando gli azionisti senza snaturare nessuna realtà (come, per esempio, il patrimonio immobiliare di Udine che sarà preservato).

Un sistema fieristico unico costituirà solo un punto di partenza e sarà seguito da   interventi di sostegno per uscire da una crisi iniziata nel 2008 e che la pandemia   ha ulteriormente

aggravato.  Tutti gli interventi sono stati concordi  di prendere spunto dalle grandi concentrazioni nazionali (come quelle di Milano o l’asse Bologna-Rimini che, dopo l’inglobamento di Modena, sta trattando

con Parma e ha già assorbito anche Vicenza) per confrontarsi in maniera concreta a livello internazionale.

 A parte le cinque realtà nazionali più importanti, tutte le altre sono coordinate attraverso la commissione Fiere in rete dalla stessa Pordenone Fiere che potrebbe quindi rivestire il ruolo di punto di riferimento in piena e armonica sinergia con Udine e Gorizia.

 Nel capoluogo isontino, inoltre, è già prevista la riconversione di parte del sito attraverso la concessione di alcuni padiglioni per creare un campus scolastico. L’idea, è quella di unire tre tipologie di attività coordinate ma separate: organizzazione di eventi, business congressuale e parte immobiliare.

Tutti concordi, in primis i rappresentanti delle Amministrazioni comunali di Pordenone, Udine e Martignacco, che “non c’è più tempo da perdere”. Inoltre, sono state sottolineate anche le potenzialità degli spazi fieristici utilizzabili nel capoluogo friulano dove sono disponibili quasi 10 milioni di euro (3 da investire su 4 progetti urgenti come i servizi igienici, gli altri da utilizzare in seguito, una volta definite le vocazioni del piano strategico) per una serie di ristrutturazioni in grado di valorizzare un crocevia di interessi e relazioni tanto singolari quanto uniche, votate allo sport, alla cultura e al tempo libero.

Per  Confartigianato Imprese Udine,   una fusione porterebbe solo costi aggiuntivi e un aggravamento delle perdite. Serve, perciò, una società snella con un gestore unico da affidare a Pordenone (dove, comunque, sono cinque gli eventi non realizzabili per mancanza di spazi ed esportabili altrove in regione, approfittando delle zone più congeniali),  trovando la formula per coinvolgere costantemente Udine. Il tutto senza alcuna forma di concorrenza ma, anzi, avvicinando ulteriormente il bacino del Fvg ad Austria, Slovenia e Croazia

con i Balcani come obiettivo finale.

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